Negli ultimi anni, l’attenzione verso la sostenibilità è cresciuta in modo significativo. Oggi è un elemento essenziale per mitigare l’impatto sull’ambiente, contribuire al benessere sociale e promuovere uno sviluppo economico a lungo termine. Le aziende stanno lavorando per integrare sempre di più la sostenibilità nella propria governance, adottando strategie che garantiscano l’attuazione dei principi ESG (Environmental, Social, Governance) nelle attività quotidiane.
Il Bilancio di Sostenibilità è uno strumento fondamentale attraverso il quale le imprese comunicano ai propri stakeholder le performance relative allo sviluppo sostenibile. Questo documento offre una panoramica trasparente delle iniziative intraprese dall’azienda in ambito ambientale, sociale e di governance, evidenziando l’impegno verso pratiche responsabili e sostenibili.
Nuove Regole per la Comunicazione sulla Sostenibilità
Con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) il 5 gennaio 2023, che ha sostituito la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), sono state introdotte importanti novità nella rendicontazione di sostenibilità aziendale. In Italia, il decreto di recepimento della CSRD è entrato in vigore il 25 settembre 2024, apportando modifiche significative per le imprese operanti nel Paese.
Estensione dell’Obbligo di Reporting Sostenibile
Dal 2025, l’obbligo di conformarsi alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) si estenderà a un numero maggiore di aziende, partendo da quelle attualmente soggette alla direttiva NFRD (Non-Financial Reporting Directive). In particolare, le imprese quotate, le banche e le assicurazioni che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti dovranno adeguarsi alle nuove norme: un numero medio di dipendenti di almeno 500, uno stato patrimoniale che supera i 25 milioni di euro, e ricavi netti superiori a 50 milioni di euro. Queste imprese dovranno rendicontare non solo le loro performance finanziarie, ma anche le informazioni riguardanti l’impatto ambientale, sociale e le pratiche di governance.
Dal 2026, l’estensione del reporting ESG coinvolgerà anche le grandi imprese, ovvero quelle con almeno 250 dipendenti e che superano i 25 milioni di euro di stato patrimoniale o i 50 milioni di euro di ricavi netti. L’obbligo si estenderà inoltre, dal 2027, a una fascia più ampia di imprese, inclusi i piccoli e medi istituti di credito, le PMI quotate e le imprese di assicurazione con specifici requisiti dimensionali. Le PMI dovranno soddisfare parametri come il numero di dipendenti compreso tra 11 e 250, uno stato patrimoniale che va da 450 mila a 25 milioni di euro e ricavi tra 900 mila e 50 milioni di euro. Infine, dal 2029, le società figlie e le succursali di grandi aziende extra-europee che generano ricavi rilevanti nel territorio dell’Unione Europea saranno incluse nella normativa, allargando ulteriormente l’ambito di applicazione della CSRD. Questo obbligo normativo, quindi, si estende progressivamente a un numero sempre maggiore di aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, e mira a favorire una maggiore trasparenza e responsabilità in relazione alla sostenibilità aziendale.
Le Piccole e Medie Imprese (PMI) non quotate che desiderano comunicare volontariamente le proprie informazioni di sostenibilità possono fare riferimento a uno standard europeo proporzionato alle loro dimensioni e caratteristiche. Questo approccio facilita la trasparenza e la comunicazione con banche e catene di fornitura, promuovendo una cultura aziendale orientata alla sostenibilità anche tra le realtà imprenditoriali di dimensioni più ridotte.
L’adozione di un Bilancio di Sostenibilità non è solo una risposta alle normative vigenti, ma rappresenta un’opportunità strategica per le imprese di tutte le dimensioni. Comunicare in modo trasparente le proprie performance in ambito ESG rafforza la fiducia degli stakeholder, migliora la reputazione aziendale e contribuisce a un futuro più sostenibile per la comunità e il territorio.